CHI SONO

HANUMAN THE CAGE TRAINING è stata concepita da  un idea di Jari Ranzato, attualmente  1 Star instructor trainer AntiGravity Fitness & Yoga Italia, Master Europeo BLACKROLL, Master Trainers  Reaxing Raft, Presenters e istruttore di attività coreografiche, funzionali e Body & Mind, Tecnico posturale, operatore di Biostimolazione, insegnante Vinyasa Yoga 200 ore  Yoga Alliance oltre a un passato come pluricampione italiano di aerobica competitiva. Accomunati dalla stessa visione di innovazione, serietà e gioia per il movimento condivide la sua  esperienza come docente e Presenter di FITEDUCATION. Nasce così da una vita all’insegna dello sport, fitness e wellness,  l’esigenza di proiettare e trasmettere in una visione nuova ed aggregante l’allenamento funzionale coscienziale HANUMAN THE CAGE TRAINING.

Medaglia d’oro  Campionato Italiano Aerobica  competitiva   Individuale  2005

4° classificato Open Internazionale, Evian (Francia) 2005

9° Classificato Campionato Europeo F.I.S.A.F, cat. Individuale Russia 2005

7° Classificato Campionato Europeo F.I.S.A.F, cat. Individuale, Olanda 2004

17° Classificato Campionato Mondiale N.A.C., cat. Individuale, Los Angeles 2004

2° Classificato Campionato Italiano Aerobica competitiva Individuale Maschile N.A.C.

Medaglia d’oro Camp. Italiano Aerobica Competitiva cat. Coppia Mista F.I.S.A.F. 2000

Medaglia d’argento Finnish Open, Helsinky (Finlandia) 1999 e Camp. Italiani F.I.S.A.F

ORIGINI

Sono nato il 13 ottobre 1975 a Tradate in provincia di Varese da genitori giovani e ginnici. Il mio papà poco più che ventenne così come la mia mamma, oltre a lavorare come disegnatore tecnico a quei tempi insegnava già ginnastica a gruppi di amatori adulti portando avanti quanto lo aveva caratterizzato fin dall’ infanzia all’adolescenza attraverso la pratica della ginnastica artistica, gareggiando a livello provinciale, regionale e vincendo in determinate annate i primi posti in questa disciplina che tanto lo appassionava. Tale passione scaturiva grazie al suo papà che di fatto era il suo allenatore, mio nonno infatti praticò l’atletica leggera ma soprattutto la ginnastica artistica in una delle più rinomate e attuali società ginniche: la Varesina di ginnastica e scherma di Varese, frequentata poi da mio padre ed infine da me anche se solo per un breve periodo. Subito nel dopo guerra, mio nonno fu incaricato dal sindaco del comune di Tradate (Va) di sviluppare la ginnastica per il settore giovanile tanto che allenò migliaia di bambini e bambine ora uomini e donne adulte che a loro volta iscrissero i loro figli nelle associazioni sportive dei miei genitori o dei miei zii che continuarono il lavoro e la passione del loro papà.

IL PRIMO RICORDO DEL MOVIMENTO E I PRIMI PASSI

La prima forma di gioco che ricordo è proprio legata al movimento corporeo, nel gattonare vi era una sensazione di instabilità come essere ancora nella pancia della mamma vivendo però un po’ la sensazione del mal di mare… certo il sistema motorio, vestibolare, propriocettivo, muscolo articolare, tutto si stava adattando ,lo conosciamo bene oggi come sviluppo psicomotorio, sviluppo neuropsichico, sviluppo neuropsicologico, a volere significare che gli aspetti più puramente neuromotori, cognitivi e relazionali procedono inscindibilmente legati e interdipendenti tra loro. Nell’ adattamento, il divertimento di iniziare a muoversi vivendo lo spazio intorno a me! Camminare nel girello…uno spasso totale, cambio di prospettiva attraverso la posizione eretta, acquisendo una nuova postura verso l’alto mi sentivo più forte e sorretto dalle cinghie di sostegno percepivo il cambio della gravità sentendomi più leggero e sicuro nell’ essere circoscritto ad esso. La mia mamma mi ha sempre raccontato che ero un bambino  molto coraggioso iniziando a camminare precocemente ,non avere barriere, impedimenti  intorno a me’ mi faceva sentire libero ma allo stesso tempo la troppa liberta senza l’esperienza di quel movimento si trasformava in una caduta, in una abrasione, in una contusione, definirei meglio ora questa dinamica come un metodo naturale di acquisizione della consapevolezza motoria cosi che dopo un periodo di pianto il mio desiderio esperienziale mi riportava nel momento presente ,nel volere sperimentare! I miei genitori mi facevano giocare facendo capovolte, lanciandomi per aria, facendomi fare le ruote e fui inserito presto nei gruppi di allenamento collettivi di ginnastica sotto il loro insegnamento, ho associato inconsciamente l’amore alla ginnastica, ovvero l’allenamento era un momento per ricevere e donare amore, riproducendo inconsciamente il legame con i miei genitori. Tutto questo è stata una grande fortuna in quanto negli anni la fatica nell’allenarsi, i dolori, i traumi li ho sentiti tutti ma la gioia in quanto facevo ha sempre prevalso cosi da essere ancora qui in questa meravigliosa esperienza.

CARRIERA AGONISTICA E MONDO DEL LAVORO

Ho fatto ginnastica artistica fino ai 18 anni divertendomi tantissimo oltre che da un punto di vista atletico e agonistico gareggiando individualmente, in team o in squadra, anche da un punto di vista ludico e sociale favorendo un carattere aperto alla socializzazione e interazione, alla collaborazione, al raggiungimento degli stessi obbiettivi più che ai soli obbiettivi personali ovvero tutto è sullo stesso livello in quanto non vi è separazione fra noi e gli altri. La pratica della ginnastica mi ha sempre aiutato nell’indirizzare la mia energia verso i miei obbiettivi ma anche come valvola di sfogo ai conflitti che vivevo in diversi ambiti della mia vita, dal nucleo famigliare a quello scolastico, o interpersonale cosicché i valori applicati allo sport mi hanno sempre dato una guida risolutiva a tali dinamiche.  In quegli anni i miei genitori si diplomarono fra i primi 20 insegnanti di aerobica in Italia metodo Lara Saint Poul, metodo divulgato da Jane Fonda a Los Angeles e da lei imparata l’aerobica per “importarla” in Italia dov’era ancora semisconosciuta. A 15 anni seguendo i miei genitori nel mondo delle convention di aerobica in Italia mi appassionai avendo già sperimentato l’insegnamento dagli 11 anni di età ai bambini più piccoli di me nei gruppi di ginnastica delle associazioni dei miei genitori così da desiderare di insegnare queste nuove discipline. A 17 anni presi il primo brevetto di STEP, al termine del servizio militare presi quello di AEROBICA e poi stimolato dalla necessità di fare fronte all’apertura della palestra di famiglia inizia a formarmi su tutti i più svariati corsi fitness, dance, o metodiche di allenamento, isotonico e cardiovascolare nella sala pesi. Il mondo del lavoro intrinseco allo studio mi entusiasmava ma mi mancava il confronto a livello agonistico e la risposta a quanto cercavo non tardò ad arrivare. A Chiasso partecipai alla 5th – 6th – 7th International Aerobics Convention Chiasso giugno ’97 -’98-’99 e fu proprio il primo anno che conobbi dei presenters formidabili provenienti da tutto il mondo, appresi da ognuno di loro particolari metodiche di insegnamento. Li citerei tutti per rispetto alle loro qualità ma citerò solo loro chi hanno influenzato particolarmente la mia vita.

– Sayonara Motta brasiliana, campionessa Mondiale di aerobica competitiva, testimonial mondiale Nike, ne rimasi affascinato per il suo carisma, bellezza e solarità nelle classi di aerobica latina cosi che i muri della mia palestra furono allestiti con le sue foto. Ci siamo ritrovati sedici anni dopo per una formazione tenuta da lei e dopo qualche mese abbiamo iniziato la vita di coppia e la collaborazione lavorativa. Se sono oggi qui a scrivere questo programma è anche merito suo per il contesto nel quale ho avuto la prima inspirazione di quanto oggi è il prodotto e il programma Hanuman The Cage Training, la residenza della sua famiglia in Brasile ma anche per il continuo supporto e la possibilità di una crescita professionale nell’affiancare una professionista di questo calibro e una donna altruista, amorevole e speciale sotto tutti i punti di vista.

– Fu nel contesto di questa convention che vidi l’esibizione della routine di gara di Alexandro Viligiardi campione del mondo categoria individuale maschile, ne rimasi profondamente colpito. Nella sua performance c’era tutta la perfezione del ginnasta espressa nell’esecuzione di elementi difficilissimi collegati attraverso transizioni fluide e spettacolari su una base musicale carismatica caratterizzata dal rebound richiesto dell’aerobica competitiva, eseguita con una showmanship mai vista prima! Per qualche secondo sognai ad occhi aperti vedendomi compiere quelle evoluzioni! (oggi direi che ho guardato per un attimo nel mio presente futuro) La mia mente fece subito un collegamento per similitudine alle esperienze ginniche vissute, vedendo in questa disciplina una nuova possibilità da intraprendere. Alexandro Viligiardi mi inspirò verso questo nuovo settore agonistico e in risposta alla mia domanda di chi mi avrebbe potuto allenare, mi indico sulla zona di Milano Emanuela Abbate come preparatrice e coreografa.

DUE GRANDI AMORI: LA GINNASTICA AEROBICA COMPETITIVA E L’EVOLUZIONE DA ATLETA A TERAPISTA

Iniziai ad allenarmi nel team di Emanuela Abbate l’anno successivo, era il 1998 e avevo 23 anni, nella squadra c’era Chiara Domenicali di Cunardo, vincitrice nell’anno incorso del campionato italiano di step categoria Team, abitavamo relativamente vicini e questo avrebbe favorito la possibilità di allenarsi assieme. La sintonia che instaurammo ci portò la convinzione nel gareggiare nella categoria coppia mista, fu molto stimolante allenarmi con lei e l’anno successivo ci piazzammo nella nostra prima gara internazionale a Helsinky in Finlandia, al secondo posto, il mese successivo conquistammo la medaglia d’ argento, secondo posto campionati italiani 1999 e nel 2000 ci fu’ il nostro primo podio con la medaglia d’oro ai Campionati italiani F.I.S.A.F. Successivamente Chiara termino il percorso agonistico ed io continuai nella categoria individuale maschile e coppia con un’altra atleta.

 Nel 2004 mi piazzai al secondo posto di un campionato italiano N.A.C. entrando in qualifica per il campionato mondiale N.A.C. che si sarebbe tenuto a Los Angeles qualche mese dopo. Fu in questo contesto che durante un allenamento atterrando da un salto in spaccata posizionai male il piede della gamba posteriore destra, riportando una forte distorsione ed infiammazione tibio-tarsica. Partì ugualmente per gli U.S.A. la gara non ebbe un esito desiderato ma fu una bella esperienza costruttiva che mi avrebbe preparato alle gare internazionali future. La situazione interessante avvenne al rientro, al termine delle vacanze estive che utilizzai per riabilitarmi con le competenze sviluppate fino ad allora e alla ripresa lavorativa a settembre.

In quegli anni iniziai a vedere nelle palestre La Pancafit®, una panca utilizzata a livello posturale nelle sessioni individuale o di gruppo per il riequilibrio posturale globale decompensato. Non conoscendola ma differenziandosi pressoché da tutti gli altri programmi, contattai l’azienda produttrice per avere informazioni a riguardo con l’intento di inserirla nel planning della palestra di famiglia. Mi presentai come atleta di aerobica competitiva e da poco infortunato, questo servi in maniera inaspettata ma molto gradita nel ricevere successivamente la proposta dal Prof. Daniele Raggi, ideatore del metodo Pancafit®, nell’ entrare in un programma posturale seguito direttamente da lui. Con grande riconoscenza accettai e cosi diventai testimonial ufficiale Pancafit®. L’approccio usato era del tutto nuovo per me e servì a smontare delle convinzioni che creavano degli schemi motori molto radicati ma mai osservati fino a quel momento. Presi coscienza delle interconnessioni fra le catene muscolari e la funzionalità del diaframma come muscolo responsabile della respirazione a riposo così come dei compensi corporei, (le parole che echeggiavano nella mia mente da quando inizia a fare ginnastica erano: pancia in dentro, petto in fuori, stringi i glutei!) scoprendo in questa esperienza di riequilibrio posturale di avere il diaframma bloccato e una postura non naturale ma alterata dagli schemi mentali.

Compresi anche del compito del diaframma come spugna emozionale, ovvero di come il diaframma registra a livello inconscio tutto ciò che avviene di traumatico nella nostra vita, a livello fisico, mentale ed emozionale, proprio attraverso l’alterazione della frequenza respiratoria in relazione al vissuto, mantenendolo in memoria e a disposizione dai processi mentali come possibili soluzioni alle situazioni della vita delle reazioni inconsce a meno che non si sia consci di quanto stia succedendo cosi come della relazione fra esso e tutte le altre parti del corpo. Imparai che per fare fronte a squilibri fisici, il nostro sistema crea  dei compensi, ovvero degli atteggiamenti automatici antalgici che il corpo mette in atto per sfuggire ad un dolore rimanendo nel suo stato di confort anche se in uno stato alterato che si altererà per l’effetto delle interazioni con altri muscoli (parlerei ora in maniera più attuale delle interazioni miofasciali), organizzati in catene muscolari, in un accorciamento di un’altra zona del corpo o la relazione fra causa ed effetto (la causa se non per trauma diretto in quella zona del corpo, può risiedere da un’altra parte). Tutto ciò mi fece percepire ancora di più rispetto a quel momento, la complessità dell’individuo attraverso nuovi punti di vista, iniziando ad osservarmi globalmente ed appassionandomi come mai prima di allora. Il trauma subito mi porto ad appoggiare con dolore il piede al suolo impedendomi cosi di portare avanti gli allenamenti ma anche il mio quotidiano. Quanto subito mi porto a pensare che mi stessi allontanando dai miei obbiettivi agonistici e da quanto per me fosse importante per il raggiungimento del successo come atleta che poi si rispecchiava anche come individuo, cadendo in uno stato di confusione. Le emozioni provate erano tantissime; rabbia, tristezza, frustrazione, depressione, insicurezza ecc..ecc. La realtà che stavo vivendo era fortemente influenzata da questo evento, fortunatamente in sole tre sedute con il Prof. Raggi il mio stato migliorò riprendendo gli allenamenti abbandonati dalla gara passata. Le sedute posturali si conclusero nell’arco di dieci appuntamenti, quasi tre mesi in cui fui nutrito da nuovi concetti che mi permisero di osservarmi per la prima volta comprendendo la relazione fra il dolore del corpo, lo stress mentale ed il conflitto emozionale vissuto.  Avevamo riportato l’intero sistema in una buona funzionalità, il dolore era scomparso, la mente riprese a vedere tutto più armonico e le emozioni caratterizzate dalla mia abituale natura: gioia, felicita, entusiasmo, ecc.. ripresero a fluire. Mi ero cosi appassionato al metodo Pancafit® cosicche iniziai il percorso di tecnico posturale Pancafit®.

SCOPERTA DELLE MECCANICHE MENTALI: STUDIO E APPLICAZIONE DI ESSE

In quel periodo di studio lessi anche un libro del Prof. Daniele Raggi nel quale parlava di memorie genetiche, ovvero di quella parte di corredo genetico ma anche esperienziale che viene trasmesso nel momento del concepimento e di come per similitudine attraverso contesti simili di vita, fra noi e i nostri avi si potrà riattivare nel corso della vita come possibile soluzione a quel determinato evento, innescando a livello inconscio delle reazioni come ad esempio il dolore fisico, mentale ed emozionale, senza una causa apparente. Lessi anche di come l’anima registra l’esperienza del vissuto delle vite precedenti e per particolari dinamiche ricreerebbe delle circostanze simili nella vita attuale. Quando tutto questo si attiva nel presente modificando lo stato della persona ci sarebbe l’esigenza (metodo applicato in seduta posturale) attraverso la respirazione e tecniche usate sul diaframma di andare a lavorare sui ricordi del passato che si sono visualizzati durante una fase di rilassamento in uno stato conscio cosi che acquisendone consapevolezza, si possa lavorare su di essi per differenziare il contenuto del passato dal presente, riportando il soggetto in una condizione di normalità o migliorandone lo stato. Sinceramente non avevo mai avuto fino ad allora delle esperienze particolari di questo tipo ma guardando gli occhi di mia madre non ostante fosse una bellissima e giovane donna, mi hanno sempre riportato alla mente il ricordo di qualcosa di antico. La vedevo in altri contesti di vita, come se fosse indiana, o indonesiana, dell’asia meridionale o dell’Egitto. In quel momento ebbi la sensazione che avrei avuto bisogno di quelle informazioni per comprendere meglio quanto fino a quel momento avevo creduto reale come informazione su come pensiamo, su come proviamo le emozioni in relazione a come il nostro corpo funzioni, motivato soprattutto dal raggiungere il mio obbiettivo agonistico; diventare un atleta affermato.

Il percorso che successivamente intrapresi, con una ricercatrice che si occupava di questi studi, iniziò con un colloquio conoscitivo, questo consisteva nel comprendere in quale momento della mia vita avessi vissuto dei conflitti fisici, mentali o emozionali che mi stessero rubando energia vitale. Né emersero due o tre in particolari ed iniziammo da questi. Il metodo consisteva nell’ identificare il conflitto recente ed analizzarlo per capire la dinamica, cos’era successo, chi aveva influenzato, se si erano utilizzati in quella situazioni come soluzione i propri valori etici morali o se l’inconscio aveva attuato una soluzione automatica acquisita dalla propria esperienza o dall’esperienza genetica a causa di una scarsa consapevolezza di noi. Per memoria genetica si intende una serie di dati somatici e psichici che ci viene trasmessa al momento del concepimento da parte dei nostri genitori in base a come si è strutturato l’amplesso andando a riattivare per similitudine le memorie genetiche di specifici avi. Compreso il ricordo si tornava a viverlo nel tempo presente e si modificava attraverso la consapevolezza presente, si vedeva se nel presente vi erano da terminare delle azioni non compiute o non portate a termine. Per spegnere la natura di quel conflitto si andava a ricordare la prima volta che si era verificato e si ripeteva tutto il procedimento. In questo contesto quello che definivo la Mente ma avrei scoperto in futuro dalle ricerche del Prof. Corrado Malanga in maniera del tutto nuovo e molto chiaro, attraverso le sue innumerevoli scoperte scientifiche, altre due coscienze presenti in noi che operano sull’acquisizione di dati, seguiva come modus operandi la linea temporale e la dove non trovava l’origine nella vita presente la cercava altrove , andando a rivisitare quelle che definivo “le vite passate”,  (con le informazioni di allora)  meglio definite ora “vite coesistenti con il presente “.

(Corrado Malanga  è stato ricercatore universitario presso il dipartimento di Chimica e Chimica Industriale dell’università di Pisa, dove ha insegnato per più di 35 anni Chimica Organica, Green Chemistry e Chimica dei Composti Elementorganici. Nei corsi di Laurea in Chimica, Chimica Industriale e Scienze Biologiche, per i vecchi e i nuovi Ordinamenti, ha pubblicato più di 50 lavori su riviste internazionali di Chimica.

Si è in passato interessato, per oltre quarant’anni, di problematiche inerenti alle ricerche su oggetti volanti non identificati di matrice esogena al pianeta Terra. Ha organizzato, in passato, la ricerca per il Centro Ufologico Nazionale (CUN) in qualità di responsabile del Comitato Tecnico Scientifico, proseguendo poi il suo lavoro come fondatore del Gruppo Stargate Toscana.

É stato columnist di importanti riviste di settore quali Notiziario Ufo, Ufo Network, Dossier Alieni, Stargate, Stargate Magazine, Area 51, X-Times, nonché collaboratore di due opere enciclopediche sugli UFO. E’ stato ospite di programmi radio-televisivi sul tema ET.

Di particolare importanza il suo lavoro legato ai rapimenti alieni (Abduction), che ha studiato mediante tecniche di Ipnosi Regressiva e Programmazione Neuro Linguistica (PNL), fornendo moderne chiavi di lettura dell’intera fenomenologia ed un nuovo approccio alla risoluzione delle problematiche ad essa connesse.

Attualmente le sue ricerche vertono sulla descrizione dell’Universo Olografico e Frattalico, quale realtà virtuale, non locale e sul rapporto tra scienza, coscienza e consapevolezza di Sè.

In questo contesto ha sviluppato tecniche di meditazione (Triade Color Test Dinamico Flash) in grado di accedere a quei livelli di consapevolezza necessari alla comprensione della realtà umana. )

(tratto dal sito: https://corradomalangaexperience.com)

Una delle domande che mi sono sempre posto era il come mai questi conflitti si innescano il più delle volte proprio con le persone che si amano di più: il papà, la mamma, i fratelli o nella mia situazione con la sorella, avendone una più piccola di me che tra l’altro l’ho desiderata tantissimo chiedendo ai miei genitori quando ero piccolo in maniera esplicita; voglio una sorellina! Così come con quelle figure particolarmente intime nella nostra vita quotidiana come la fidanzata o gli amici. In quegli anni professavo ancora la religione cristiana cattolica, essendo cresciuto in un contesto familiare, scolastico, istituzionale influenzato o gestito con tali credenze ma non nostante, pregassi, e seguissi i dogmi, i conflitti vissuti rimanevano tali non trovando in concreto un modo per comprendere certe dinamiche personali e mutarle per un quieto vivere. A dire la verità la mia parte istintiva si è sempre scontrata con la mia parte razionale a riguardo quanto veniva citato nella Bibbia e nei Vangeli con il metodo di lettura e interpretazione che veniva insegnato, la dove per comprendere determinati episodi solo la fede ne poteva spiegare la complessità di tale natura. Un ricordo nei confronti di quanto i miei genitori chiamavano Dio nelle mie prime esperienze con la religione quando ero ancora un bambino, identificandolo con la figura di un uomo barbuto, immenso, il papà di tutto e tutti e suggerito a me per idealizzarlo, non trovavano una connotazione in quanto prima di addormentarmi nel mio lettino e ritornando a riflettere su questa immagine mentale che non riuscivo a comprendere, la mia mente mi faceva vedere ad occhi aperti le nebulose. (Una nebulosa è un agglomerato interstellare di polvere, idrogeno e plasma. Originariamente il termine nebulosa veniva impiegato per indicare un qualsiasi oggetto astronomico di grandi dimensioni di natura non stellare né planetaria né cometaria, quindi comprendeva anche quelle che oggi sono note come galassie . Wikipedia). Questo era quanto vedevo pensando a Dio !

Il ricordo andò perso assieme a tanti altri a poco a poco con la frequentazione delle scuole elementari, in un mondo gestito dalla razionalità a discapito della fantasia. Era giunto il momento di fare una svolta ed ero pronto nel diventare un trasformatore di energia per convertire quanto subito o generato da me identificato come energia negativa, così da trasformarlo in energia positiva. Li definirei meglio ora tali vissuti, parlando semplicemente di eventi esperienziali differenti fra loro ma coesistenti alla stessa natura, ovvero quella esperienziale.